I coriandoli e le stelle filanti, quei piccoli ritagli di carta colorata che danzano nell’aria durante il Carnevale, sono amati da grandi e piccini. Ma sapete da dove provengono? La loro storia affonda le radici proprio qui, a Milano, e risalgono risalgono al IV secolo d.C., quando Sant'Ambrogio, patrono di Milano, chiese alla popolazione di posticipare l'inizio della Quaresima per permettergli di rientrare in città da un pellegrinaggio. In segno di festa per il ritorno del loro vescovo, i milanesi iniziarono a lanciare per le strade confetti di gesso, piccole palline colorate che simboleggiavano la gioia e l'abbondanza. Questi primi "coriandoli" erano spesso fatti a mano e decorati con motivi semplici, come stelle o cuori. Prima di diventare i coriandoli che conosciamo oggi, durante le feste di Carnevale si usavano i confetti e, non a caso, la parola “coriandoli” in molte lingue, tra cui inglese, tedesco e spagnolo, si traduce ancora con il termine “confetti”. Ma perché questa confusione linguistica? Perchè nel periodo precedente al XVII secolo, i confetti venivano chiamati anche coriandoli perché, al posto delle mandorle, contenevano semi di coriandolo, una pianta molto comune in quei tempi attorno a Milano. Ma quando nacquero i coriandoli me li conosciamo noi? Questi dischetti di carta colorata vennero commercializzati come alternativa ai costosi confetti di gesso. L'idea ebbe un successo immediato, grazie al basso costo e all'effetto scenografico creato dai coriandoli che volteggiavano nell'aria. Nel giro di pochi anni, i coriandoli di Mangili si diffusero in tutta Italia e divennero un elemento imprescindibile del Carnevale Ambrosiano. La loro produzione si industrializzò e si arricchì di nuove forme e colori, dando vita a una vera e propria arte del coriandolo. Ancora oggi, a Milano, il Carnevale non sarebbe lo stesso senza il volo festoso dei coriandoli che colorano le strade e l'aria di gioia e allegria. L'utilizzo dei coriandoli si è poi esteso ad altre feste e celebrazioni, come Capodanno, compleanni e matrimoni. Essi sono diventati un simbolo universale di festa, divertimento e spensieratezza, capaci di unire persone di tutte le età e provenienze.
Nel 1875, un ingegnere milanese di nome Enrico Mangili, residente a Crescenzago, ebbe un’idea geniale. Mangili osservò i cerchi di carta scarto provenienti dagli allevamenti di bachi da seta, particolarmente diffusi in Lombardia. Questi cerchi, utilizzati per la sericoltura, venivano gettati dopo la preparazione delle lettiere dei bachi da seta. L’ingegnere decise di riciclare questi dischetti di carta traforata e di lanciarli colorati durante il Carnevale. Fu così che nacquero i coriandoli e le stelle filanti cartacee, che divennero subito un successo.